titolo originale: Telefoni Pubblici e Carte di Credito Telefoniche
lettera a: |
Avvenire (pubblicata il 7-Gen-96) |
|
Associazione Difesa Consumatori
|
|
TELECOM
Italia |
|
|
Ci si imbatte sempre più
frequentemente in apparecchi telefonici pubblici di 'nuova generazione' i
quali, oltre al fatto di non funzionare più con monete o gettoni, non
accettano nemmeno più le normali schede 'prepagate'. Mentre sono pienamente
d'accordo sull'abbandono di tecnologie meccaniche superate a vantaggio del
'denaro di plastica', non vedo proprio il motivo per cui TELECOM abbia
cominciato a 'disdegnare' le tradizionali schede di cui sopra. A parte il fatto che la
Carta di Credito Telefonica, visto che vengono addebitate 200 lire ad ogni
telefonata (raddoppiando così i costi nel caso di chiamate urbane brevi) non
è il massimo della convenienza, questo tipo di 'discriminazione' verso
l'utenza da parte delle cabine in questione mi sembra proprio in contrasto
con il principio della 'uguaglianza' dei cittadini sancito dalla
Costituzione: e chi, per motivi suoi oppure semplicemente perché 'povero',
non ha nemmeno un conto corrente? Risposta di
TELECOM Italia: Con riferimento alla
Sua...la visualizzazione del messaggio "apparecchi funzionante solo a
credito" E' DOVUTA AL MOMENTANEO FUORI-SERVIZIO del lettore delle carte
pre-pagate, probabilmente causato da manovre fraudolente. Segue la segnalazione
della recente abolizione dell'addebito di 200 lire ogni chiamata, citato
nella lettera. |
|