lettera a: |
La STAMPA (pubblicata il 20-Ott-98) |
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Avvenire (pubblicata il 07-Nov-98) |
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L'altra mattina, passando
dalle parti di Mirafiori, ho assistito ad uno spettacolo a dir poco curioso:
un netturbino "spazzava" le sue brave foglie d'autunno non con la
tradizionale e praticissima ramazza, ma con un attrezzo diabolico che lo
faceva quasi sembrare quasi un astronauta al lavoro su qualche sperduto
pianeta. L'attrezzo in questione
consisteva in un tubo "soffiatore" la cui aria veniva pompata da un
trabiccolo appeso alla schiena del netturbino: il "motore", manco a
dirlo, era un piccolo 2 tempi, ovvero il massimo in fatto di impuzzamento
dell'aria. A parte il fatto che
l'efficacia del "trabiccolo" in questione non mi sembra fosse
superiore a quella della ramazza tradizionale, mi chiedo che senso abbia
produrre "rumore", gas di scarico, olio bruciato per svolgere
un'attività tranquillamente effettuabile (senza nessun rischio di sorta) con
mezzi infinitamente più semplici ed economici. A voler fare le
"malelingue" viene il sospetto che, eliminando la ramazza, si
voglia definitivamente seppellire la parola tabù, ovvero il termine
"spazzino": il risultato però, a questo punto, è che tutto si potrà
dire… tranne il fatto che si tratti di operatore ECOLOGICO, giusto? INCArlo@compuserve.com |
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