Uccidere toglie ogni diritto?

 

titolo originale: Diritto a rifarsi una vita?

 

lettera a:

La STAMPA (pubblicazione da verificare)

 

il Giornale (pubblicata il 2-Giu-2oo8)

 

Avvenire (pubblicazione da verificare)

 

Repubblica (pubblicazione da verificare)

 

CorSera (pubblicazione da verificare)

 

Libero (pubblicazione da verificare)

 

 

 

in rosso le parti NON pubblicate

 

 

 

illustrissimi:

 

sento dire, al TG, che ad uno degli assassini del Circeo (in procinto di lasciare il carcere) non si potrebbe negare il 'diritto' a rifarsi una vita...

 

Questo č forse il nocciolo della questione: chi, uccidendo, ha negato ad altri, DEFINITIVAMENTE la possibilitā di vivere... dovrebbe, in una Societā veramente 'giusta', perdere a sua volta ed in maniera altrettanto DEFINITIVA, l'opportunitā di 'reclamare' (manco fosse una rivendicazione sindacale) il 'diritto' in oggetto.

 

Se poi pensiamo al caso Izzo... be', allora siamo di fronte all'evidenza che 'buttar via la chiave' significherebbe  semplicemente evitare ulteriori omicidi: mi spiace per la percentuale di assassini in grado davvero di 'cambiare', ma la vita umana non ha prezzo e, nell'impossibilitā (dimostrata dai fatti) di capire chi effettivamente č cambiato e chi no, sarebbe veramente meglio lasciar marcire in carcere chi, col suo comportamento, si č reso indegno di vivere nella societā civile.

 

 

Carlo INCARBONE (Collegno,TO)