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Aborti… minimizzati.
lettera a Sì alla Vita (pubblicata il 05-Nov-99)
Leggo, incredulo, a pagina 9 dell'inserto Salute di Repubblica (pubblicato Giovedì 8 Ottobre), che le interruzioni volontarie di gravidanza, in Italia, sarebbero 2,5 ogni mille nuovi nati... cioè 100 volte meno del valore reale.
Potrebbe essere il solito 'pellegrino' che non sa neanche cosa scrive... ma è molto più probabile che sia invece l'ennesimo dato deliberatamente fuorviante che migliaia di lettori ingenui e poco informati 'berranno' alla grande, con relativa sensazione di sollievo: è una tranquillizzante conferma che l'aborto (al 2,5 per mille) non è evidentemente un problema così serio e diffuso, giusto?
Meno male che il titolo del 'pezzo' recitava (dal solito piedistallo 'sinistrese') "Una corretta informazione tutela il diritto alla salute procreativa".
Mi viene in mente intanto, a tal proposito, la tragica considerazione che fece Liverani qualche anno fa, ovvero che nel Bel Paese (come del resto in quasi tutto il mondo 'civilizzato') 250 IVG su mille nati fanno del Grembo Materno il 'posto' decisamente più insidioso per l'essere umano: ditemi in quale altra situazione* si ha, in soli nove mesi, il 25% di probabilità di lasciarci le penne?
INCArlo@katamail.com
* un esempio per tutti: soldato di Saddam, durante la Guerra del Golfo… ...sembrerebbe una situazione pericolosissima (ne sono morti 100mila), ma se facciamo i conti (i soldati irakeni erano 1 milione) la probabilità di soccombere, in nove mesi di guerra, era solo del 10%, giusto?
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